Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
16/02/2009
Nella foto in senso orario:
La famiglia Cottini al completo, la scenografica barricaia, la tenuta con pietre di calcare vivo e marnoso di Mezzane, il vino IGT Cà L'Inverno e l'Amarone Monte Zovo.
Monte Zovo. Provare per ri...credere.
Ho visitato l'azienda Monte Zovo di Caprino Veronese. A me è capitata una cosa strana...sono entrato con un'idea e ne sono uscito con una perfettamente contraria. Dico la verità, di questa azienda ho sempre sentito parlare con delle note sottili di scetticismo. Come di una realtà troppo rivolta al settore commerciale, senza un'anima e soprattutto con prodotti di dubbia qualità. Mi sto rendendo conto quanto nel mondo del vino a volta dicerie e modi di dire, soprattutto negativi o sibillini, siano a volte un po' troppo presi sul serio e anch'io probabilmente ci sono cascato appieno! Bene chiedo venia! In effetti ho scoperto una famiglia molto unita, con capacità professionale, con doti di semplicità e tipicamente venete, se così si può dire. Una realtà che ha una sua filosofia produttiva che sta crescendo e vuole dimostrare come l'eterogeneità dei suoli di proprietà possa essere il vero valore aggiunto. Un occhio alla tradizione ma anche tanta tecnologia applicata con sistemi di tutela dell'integrità dei mosti di sicura efficacia. Uso incondizionato di azoto come inibitore di ossidazioni e mantenimento dei profumi e degli aromi. Concezione gravitazionale degli impianti di vinificazione per contenere al massimo l'uso di pompe che porterebbero in stress il vino. Legni di pregio e soprattutto francesi nel segno della tradizione e della qualità. Qui c'è poco o niente di americano e quindi i vini stessi sono lontani dagli eccessi balsamici di mentucce liquirizie e altro.
Mi è piaciuto molto Michele che mi ha accompagnato in un bellissimo tour attraverso l'azienda. Ho apprezzato molto la sua semplicità e la sua efficace preparazione. La sua umiltà e allo stesso tempo la sua coraggiosa intraprendenza. Un ragazzo dalle poche parole ma con stile. Consapevole che la sua è un'azienda che deve dimostrare sempre qualcosa in più di altre. Non solo per far fronte a quelle insensate dicerie ma soprattutto per sostenere il reale valore qualitativo del suo lavoro e dell'idea Monte Zovo. Passione, serietà e allo stesso tempo consapevolezza di possedere vigne in posti ideali per le tipologie di vino che si producono. Dietro al progetto Monte Zovo c'è anche un altro grande personaggio e amico, Flavio Prà, uno dei grandi giovani consulenti enologi veneti dell'ultima generazione. Sono molti i fattori positivi che mi hanno convinto.
Da ultimo la grande potenzialità futura di questa azienda con i nuovi vigneti d'altura che stanno sorgendo a circa 550 metri sopra Mezzane di Sopra. Una zona da brivido per i grandi rossi veronesi e soprattutto l'Amarone della Valpolicella. Ho potuto vedere i grandi sbancamenti appena terminati e la terra marnica fortemente calcarea e argillosa sarà un suolo ideale insieme al clima di montagna, per le ottime Corvina e Corvinone. Mezzane è una delle realtà più interessanti nel panorama vitivinicolo veronese. Un'oasi climatica con grandi rimescolamenti dei suoli che sta diventando la vera eldorado dei grandi produttori di Amarone.
Per ora Monte Zovo presenta amaroni provenienti sempre da Mezzane ma ad altitudini più basse. Prodotti ancora da affinare dove si percepisce una certa giovinezza delle vigne che non riescono a imporre la profondità strutturale aromatica che sicuramente migliorerà costantemente negli anni. Per Monte Zovo la Valpolicella sarà quindi certamente un punto di forza invidiabile e c'è da dire che il titolare, Diego Cottini, da questo punto di vista è stato un pioniere delle realtà d'altura delle terre di Mezzane.
Ma non c'è solo Valpolicella. Ci sono i vini della zona dove è insediata la base operativa, la cantina Monte Zovo. Ed ecco quindi le terre di Caprino Veronese. Anima morenica ricca di ciottoli e scisti, con forti drenaggi e scheletri molto profondi. Ecco quindi la predisposizione di questi suoli alle corvine per l'ottenimento di vini freschi dotati di ottima bevibilità. Il loro Bardolino ne è un esempio ma ancor più la Corvina, così fine nei profumi e allo stesso tempo ampia e sostanzialmente complessa al palato. Una bella freschezza che accomuna i due prodotti e che li fanno percepire particolarmente tipici.
Uno dei loro vini che sta ottenendo grandi risultati è certamente il Cà L'Inverno che non è un nome di una qualsiasi cascina ma di un vigneto dove le uve sono raccolte tardivamente nei periodi della calinverna, la brina. Annata 2003 in degustazione per un vino di struttura e di buona freschezza con un tannino ben amalgamato e di buona tenuta.
Degli amaroni cosa dire...giustamente la famiglia Cottini ha voluto far sentire il cambio di marcia dal 1999 alle ultime annate 2004 e 2005. Se il 1999 peccava in eleganza e finezza dei profumi, oltre chè in struttura complessiva, il 2004 metteva già in evidenza le doti di fuoriclasse del territorio d'origine con un marcatore tipico della zona di Mezzane, la castagna leggermente dolce. Se il 2004 è ancora legato un po' a certi accenti di durezze eccessive e ancora crude come i tannini ancora giovani e precoci, il 2005, pur nella sua embrionalità, mette in evidenza una crescita certa della qualità del prodotto e soprattutto una maggiore integrazione tra le varie componenti. L'alcool è già più mitigato da una netta freschezza e una buona percezione sapida. Inoltre anche l'insieme dei profumi è più intenso e raccolto sul frutto rosso particolarmente maturo. In tutti i casi è l'uso del legno che può essere criticato. Ma qui si devono considerare anche le tenere età delle vigne che non offrono ancora impianto adeguato al carico di strutturalità naturali dei mosti. Per questo le percezioni di tostature da legni comunque pregiati sono in un certo qual modo ancora troppo invadenti.
Sono molto felice di aver conosciuto la famiglia Cottini. Non solo una bella lezione di vino ma per il sottoscritto anche una lezione di vita...che non basta mai! Un suggerimento a tanti amici e colleghi giornalisti e degustatori...provate anche voi a salire a Monte Zovo. Provare per ri...credere!
Bernardo Pasquali