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TIPICI VERONESI. Dal Vin santo di Brognoligo a Giovanni Rana. Grandi storie di uomini e di sogni!

di Bernardo Pasquali

16/02/2009

 

Nella foto: il Cav. Giovanni Rana e di fianco il giornalista enogastronomo Bernardo Pasquali.

Tipici Veronesi si sta confermando un grande successo. Un'idea che alla fine ha conquistato il pubblico. Conoscere e approfondire la storia degli uomini che hanno interpretato con genialità e sapienza i prodotti tipici del loro territorio di appartenenza. I primi due incontri hanno visto il tutto esaurito e lo stesso vale anche per tutte le altre serate che arriveranno. Addirittura liste di attesa. Ciò dimostra che l'interesse per l'enogastronomia resiste ma soprattutto si infiamma quando si lasciano parlare gli uomini.
Il Vin Santo di Brognoligo
Il primo incontro sul Vin Santo di Brognoligo ha lasciato grande stupore ed emozioni tra tutti i partecipanti. Un prodotto rarissimo di un piccolo borgo delle colline classiche del Soave che nemmeno era conosciuto ai più. Il prof.Massimiliano Bertolazzi, storico infaticabile delle terre orientali veronesi e soprattutto delle terre montefortiane, ha spiegato l'incredibile valore storico di questo prodotto che allunga le sue radici fin nel tardo medioevo. Un vino che ha segnato la storia anche commerciale ed economica di queste genti. Brognoligo oggi è una frazione di Monteforte d'Alpone ma un tempo faceva comune e quindi sono rimaste molteplici le documentazioni d'archivio. Ma è stato anche un viaggio lungo l'arena di vigneti che sta proprio dietro il borgo e che sale fin su a Fittà e più in là a Castelcerino. Brognoligo, una perla arroccata su un antico vulcano che ha plasmato i suoli. Terre nere di lave antiche, basalti e tufi che sono diventati poi appoggi ideali per la vite Garganega.
Assieme alla storia il presente con Michele Tessari di Cà Rugate e Massimo Prà di Dama del Rovere. Due aziende che hanno deciso di continuare la lunga tradizione di questo vino così unico. Michele lo ha chiamato Corte Durlo e Massimo Prà Placido. Nel primo caso l'antica corte che ancora oggi testimonia la storia di Brognoligo antica. Per Massimo invece una dedica al nonno da cui ha imparato l'amore per il Vin Santo e la cura della Garganega. Serata di passioni e di emozioni, sia nel bicchiere, soprattutto nei due giovani produttori. I loro interventi hanno colpito l'anima di tutti noi per la forza trascinante messa nella presentazione e nella spiegazione delle motivazioni molto personali e intime che li hanno convinti a intraprendere questa avventura del cuore.
Bellissima infine l'interpretazione di Gabriele Posenato, ottimo chitarrista, che ha proposto la sua dedica al Vin Santo di Massimo Prà Placido. Un momento carico di sensazioni in musica accompagnate da vertici di sensorialità provocate dalla contemporanea degustazione del vino.
Giovanni Rana
Di Giovanni Rana ormai si è detto moltissimo. Lui un giovane intraprendente di San Giovanni Lupatoto che ha creduto fino in fondo alla sua idea imprenditoriale di pastaio. Lui che ha superato ostacoli anche da parte dei suoi più vicini famigliari quando decise di abbandonare la bottega del fornaio per dedicarsi a produrre pasta fresca e soprattutto tortellini. Una storia che nasce su un "Guzzino" che solca le strade interrate della provincia di Verona e i sanpietrini della città per accontentare le donne dei primi anni 60. "Loro non avevano tempo e voglia di fare i tortellini...allora ho deciso di farglieli io!". E in effetti il tortellino a tavola alla domenica nella tradizione veronese e veneta non poteva mancare. Era un lusso che da un certo punto di vista santificava anch'esso la festa. Un rito che accomunava migliaia di massaie che cominciavano ad assaporare il fenomeno dell'emancipazione e la libertà di trovarsi un lavoro. Insomma un tortellino che anche figlio di una grande rivoluzione sociale che stava avvenendo in seno alla cattolicissima Verona e più in grande nella cattolicissima Italia.
Giovanni Rana vede oltre e ha la virtù dell'anticipare i tempi. Dote che tutti i grandi uomini della storia hanno sempre dimostrato. E lui nel suo settore può essere definito tale. La sua chiacchierata è stata particolarmente piacevole come è suo solito. Bellissimo il racconto del suo approdo alla pubblicità e la sua "carriera" da attore non voluta ma in un certo senso cadutagli addosso. "Durante i primi spot io non parlavo ma assaporavo dei pezzi di formaggio, e di altri ingredienti dei tortellini. Andavo in giro e mi prendevano per un attore e non per quello che ero. In pratica la campagna pubblicitaria non valorizzava la mia figura realmente. Allora ho deciso di chiedere a importanti pubblicitari di fare in modo che il consumatore in me vedesse Giovanni rana e non un attore. L'unico modo lo ha intuito Gavino Sanna il quale disse: per non farlo sembrare un attore le faremo fare l'attore!". Ed ecco che si sedette accanto a Marylin Monroe, duettò con Humprey Bogart, addirittura si ritrovò sul set con Stalin.
La sua vita è stata quella di un sognatore che ha cercato in tutti i modi di realizzarli. "Non si può vivere senza sognare! È ciò che anima le nostre emozioni e ci permette di concretizzare le grandi imprese". Di sogni nel cassetto ne ha ancora e molti ma uno su tutti ha voluto dirlo. "Mi piacerebbe conquistare la Cina con i miei tortellini. Fare come Marco Polo. Lui ha percorso la via della seta. Io vorrei percorrere la via del tortellino!". Oggi la sua azienda esporta in tutto il mondo e con grande successo in Europa. I suoi spot in Francia sono già dei cult. Il suo attaccamento alla famiglia lo si vede anche quando parla del figlio Gianluca, "grazie al quale Rana è diventato quello che è oggi, riuscendo a resistere alle molteplici offerte di acquisizione da parte di multinazionali. Grazie a lui siamo oggi l'azienda che nella pasta fresca detiene la leadership in Italia e non solo!".
Giovanni Rana è un esempio anche per i giovani d'oggi. Per la sua tenacia, la sua capacità di aver saputo conquistare il suo sogno che aveva sin da bambino di fare il pastaio. Per la sua positività che mette e ha messo in tutto quello che ha fatto. Per la sua lungimiranza e l'aver capito e interpretato sempre con anni di anticipo le evoluzioni storiche dei mercati e degli usi e costumi della gente.

Bernardo Pasquali

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