Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
15/02/2009
Il punto di vista di Piero Careddu, su Taribari www.taribari.org a seguito dell'articolo denuncia di Angelo Concas, Presidente Nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae - www.epulae.it riguardo il libro I MIGLIORI VINI DEL MEDITERRANEO edito da Mondadori e scritto dall’ex campione del mondo del 2004 dei sommelier Enrico Bernardo.
Campioni del mondo allo sbaraglio…
E SE UNO PRIMA DI SCRIVERE CONTASSE FINO A DIECI…?
“ La Sardegna possiede numerose vigne vecchie. Ma , al contrario dei viticoltori siciliani, i sardi si accontentano per lo più di vendere i propri prodotti ai turisti d’estate, a livello locale, senza manifestare un vero interesse per l’esportazione. Ma va anche detto che alcuni produttori di qualità ridanno speranza alla viticoltura della regione. Nel nord dell’isola, che beneficia di un clima mediterraneo influenzato dagli onnipresenti venti, il Vermentino di Gallura ( l’unica DOCG sarda) dà un eccellente vino bianco, aromatico e fresco. I vitigni locali, d’altro canto, conservano il ricordo dell’invasione spagnola che la Sardegna ha conosciuto nel Settecento: il cannonau ( un rosso che è il vero e proprio simbolo dell’isola, il carignano del sulcis (simile alla Cariñena del Priorato) e il bovale (equivalente del bobal di Valencia). L’unica difficoltà, quando sono bevibili, è digerirli.”
Tratto da “I MIGLIORI VINI DEL MEDITERRANEO” di E. Bernardo - ed. Mondadori.
Il Signor Enrico Bernardo è stato Campione del Mondo dei Sommeliers del 2004.
Quando ho letto la sequela di sciocchezze che avete appena visto confesso che mi sono in....... non poco; ho iniziato a chiedermi: ma è davvero lui? il campione del mondo? –
ma con quale facilità è riuscito a liquidare una regione che da vent’anni, pur tra mille limiti strutturali e di identità, ha conosciuto una sorprendente e progressiva rinascita qualitativa? - ma lo sa che alcune nostre etichette sono nelle carte dei vini dei migliori ristoranti del mondo? – ma qualcuno glielo ha detto che la Sardegna è il laboratorio di almeno 5 grandi firme dell’enologia italiana? – ma lo sa che Robert Parker, l’alfiere del vino al rovere, si è dovuto arrendere e, nel 2007, ha collocato un cannonau fra i primi 48 vini al mondo e quel cannonau fa vasca di cemento e acciaio?
Da qualche anno ho preso atto che il mondo del vino si è adeguato a tutte le perversioni di questa nostra epoca di crisi del capitalismo globalizzato: conta la griffe, la bella bottiglia, il vino deve seguire i gusti del mercato e questi gusti vengono decisi da enologi e giornalisti di settore che vivono dalle fortune dei vini che loro stessi promuovono. In questo enorme teatrino mondializzato il prode Bernardo non può che trovarsi a suo agio. Talmente rilassato e sicuro della sua impunità da illudersi che noi sardi non lo avremmo quantomeno subissato di pernacchie e virtuale pioggia di uova marce; è evidente che uno che, all’interno di un libro pretenzioso quanto trasudante approssimazione, pubblica una carta della Sardegna enologica segnalando nove denominazioni d’origine su diciannove(!!!..) ci considera degli imbecilli ancora intenti ad accoppiarci con le nostre greggi. Talmente sicuro di farla franca da concedersi anche il più misero e volgare degli insulti: la delirante teoria della non-digeribilità dei nostri vini. Se la cosa non fosse altamente lesiva e dannatamente pericolosa per una fetta così importante della nostra economia, ci sarebbe da ridere per una settimana; ma ahinoi! c’è davvero poco da ridere: chissà da quale approfondita indagine medico-scientifica il Bernardo ha ricavato questo sconvolgente dato che ha pubblicato con tanta nonchalance? Se la Mondadori dovesse avere la malaugurata intenzione di tradurre il libro in inglese, francese o giapponese, se già non lo ha fatto, vi lascio immaginare la reazione di un importatore straniero intenzionato a esplorare la nostra offerta... Fino al momento di lasciare l’Associazione Italiana Sommeliers, circa tre anni orsono, portavo con me un certo orgoglio di appartenere a una categoria fino ad allora avvolta da un’aura di positiva nobiltà; oggi, anche grazie alle gesta di Enrico Bernardo, ho conferma di quando bene ho fatto ad allontanarmi da quel non so che di barocco e datato che si portano dietro certi sommeliers… Enrico caro, fai un gesto da Campione del Mondo: chiedi scusa ai Sardi e studia con attenzione il nostro vino e le sue potenzialità riconosciute in ogni angolo del pianeta dove si beve; alla prossima ristampa potrai correggere il tiro e riacquistare la stima di un popolo che non ha bisogno che gli vengano aggiunti altri problemi; bastano e avanzano quelli che già abbiamo…
Piero Careddu