Chiacchierando di gusto

“BACCU E BENAZZA" UN TERRITORIO RISCOPRE SE STESSO.

di Andrea Contu

20/02/2009

 

 

 

 

Nella foto di Antonio Serreli, tratta da L'Unione Sarda: Maria Rosaria Demuro, presidente dell'associazione culturale Hamara; Angelo Concas, sommelier giornalista enogastronomo, presidente nazionale di Epulae - Accademia Internazionale di esperti degustatori e Viviano Matta, vice presidente dell'associazione Hamara.

“BACCU E BENAZZA”: UN TERRITORIO RISCOPRE SE STESSO.
Nel mese di Gennaio dell’anno appena iniziato si è svolta un interessantissima manifestazione dal titolo “Baccu e Benazza” che nel paese di Maracalagonis ha radunato, nella cornice della restituita “Casa Cocco” dal 23 al 25, un buon numero di produttori di vino, esperti del settore e tanti appassionati per quella che è stata una mostra-concorso dei vini privati.
Organizzata dall’associazione HAMARA, che ha avuto la brillante idea di mettere in vetrina i piccoli produttori di vino, la manifestazione ha rappresentato un momento di importante riflessione sul significato storico, presente e futuro della vinificazione privata, quella “fatta in casa”spesso con ottimi risultati, quasi sempre con grande passione.
Trenta piccoli produttori hanno raccolto l’invito e hanno concesso di sottoporre il proprio prodotto al giudizio della giuria presieduta dal giornalista ed enogastronomo Angelo Concas.
Secondo il presidente di giuria i vini proposti presentavano una cura e un livello che, trattandosi di vini fatti in casa, può essere giudicato buono e fa ben sperare sulla prosecuzione di una cultura che non deve essere dispersa: “ho trovato un livello buono della produzione in termini di cura e  il risultato è di tutto rispetto con qualche emergenza molto interessante per quanto riguarda i "vini rossi barricati”
In particolare è emersa la qualità dei vini rossi, decisamente ben vinificati, prodotti con uve autoctone, come Cannonau e Monica, ma non solo: anche uve di vitigni alloctoni come Merlot e Cabernet Sauvignon sono presenti nelle piccole vigne di casa . Nel corso della presentazione dei vincitori Angelo Concas si sofferma poi sui vini dolci, con un monito alla platea: “vorrei fare un appello ai produttori, bisognerebbe riprendere in maniera decisa la coltura e la vinificazione delle uve dolci, come Nasco, Girò e Malvasia… una tradizione che non va dispersa perché è parte importante della lunga storia della produzione di vino in questo territorio”.
Ed eccoci alla gara, che ha visto premiati per la categoria dei vini da dessert il malvasia di Giovanni Pinna, annata 2008, come primo classificato e il Malvasia di Paolo Corona, annata 2006, come vino dolce meritevole di una menzione speciale.
La categoria rossi non barricati ha visto come primo classificato il vino (Monica 60 per cento, Cannonau 20 per cento, Barberone 10 per cento, Bovale e Girò 5 per cento) di Marco Contini, annata 2008.
Secondo, il Merlot di Raffaele Farci.
Terzo, il vino (33 per cento Merlot, altrettanto Cabernet Sauvignon, 34 per cento Sirah) di Antonio Vacca, annata 2008.
Tra i Bianchi: primo classificato il Semidano di Giuseppe Casu del 2007.
Secondo il Nuragus di Giovanni Angioni, 2008.
Terzo il Vermentino di Mauro Pedditzi, 2006.
La categoria barricati rossi, vera nota squillante della selezione, ha visto aggiudicare il primo premio al Cannonau di Mauro Pedditzi, 2005.
A seguire il Cabernet Franc, Merlot e una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon di Mariano Melis.
La manifestazione è stata aperta da un convegno al quale hanno partecipato numerose personalità del mondo istituzionale e politico nonché i tecnici e i produttori del settore: erano presenti tra gli altri il presidente Mimmo Zedda della Cantina sociale di Quartu S.Elena (con sede a Maracalagonis), e la presidente “di Hamara”Maria Rosaria Demuro, che organizza la mostra assistita dall’attenta collaborazione del vice presidente Viviano Matta e di tutti i soci dell’associazione. 
                                                                                                                                         C'erano anche il vicesindaco Pasquale Pedditzi e numerosi tecnici.
Alla fine resta il senso di una bella iniziativa tutta votata alla scoperta e alla riscoperta culturale: in questo quadro è risultata una scelta quanto mai felice quella di ambientare i lavori all’interno della Casa Cocco, vecchia casa campidanese restituita alla fruizione dopo il lavori di ristrutturazione, un posto dove si faceva il vino e dove ancora sembrano risuonare antichi i rumori del lavoro, e il profumo delle botti riempie l’aria.

Andrea Contu

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  • Casa Cocco
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