Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
02/03/2009
Viaggio nel mondo delle Vernacce.
Secondo appuntamento di degustazione presso la sede dell'Università Agraria di Bracciano (RM) per i soci della locale Delegazione “Epulae”. Questa volta il percorso, sempre magistralmente guidato dalla presidentessa Sandra Ianni, ha seguito il filo rosso del nome Vernaccia, che indica nel nostro Paese una nutrita e variegata serie di vitigni.
Il nome deriva, con ogni probabilità, dal termine latino vernaculum che indicherebbe la provenienza locale del vitigno (un modo diverso e antico per dire “autoctono”), anche se alcuni studiosi hanno individuato documenti in cui vernacea viene utilizzato per riferirsi al vino, certamente non di alta qualità, bevuto dalla servitù.
Per la qualità che abbiamo potuto riscontrare nel nostro percorso, “Vernaccia” oggi significa la possibilità di incontri straordinari e diversificati, dai bianchi secchi, agli spumanti, ai rossi, fino alla unicità produttiva e gustativa della versione oristanese.
Vernaccia di San Gimignano DOCG La Gentilesca 2005, Fattoria Abbazia Monte Oliveto, Località Monte Oliveto, San Gimignano (SI)
La Vernaccia di San Gimignano, primo vino ad ottenere un riconoscimento di denominazione di origine negli anni '60, vanta origine antichissime e viene ricordata come la bevanda di principi e papi del Rinascimento. In questa versione, viene prodotta dal vitigno a bacca bianca Vernaccia di San Gimignano in purezza, coltivato su terreni di sabbie gialle e argille. La vinificazione e l'affinamento di sei mesi avvengono parte in acciaio a temperatura controllata e parte in barriques. Si presenta nel bicchiere con un colore giallo paglierino intenso e piacevoli riflessi che tendono al dorato. L'intensità olfattiva e gustativa sono intense e decisamente persistenti. I profumi sono quelli tipici del vitigno, con la caratterizzazione di una nota quasi salmastra, dovuta alla particolare configurazione del terreno, una adeguata dosatura degli aromi derivanti dal legno ed una persistente nota affumicata e di idrocarburi che dura a lungo nel bicchiere.
www.monteoliveto.it
Vernaccia di Serrapetrona DOCG, Azienda Agricola Alberto Quacquarini, Serrapetrona (MC)
Il secondo vino degustato è stato uno spumante che ha una tecnica di vinificazione unica, dato che subisce tre processi di fermentazione. Alla prima, la tradizionale fermentazione alcolica del mosto di Vernaccia nera in purezza, segue una seconda, provocata dall'immissione di uve appassite, che in questo caso sono circa il 60% del totale (il disciplinare indica il 40% come minimo). Infine, si passa alla presa di spuma in autoclave per circa 10 mesi. Il risultato è uno spumante secco (ma ne esiste anche la versione dolce) con una spuma non molto persistente ed un perlage poco in evidenza, che fa dei profumi e delle gradevoli sensazioni tattili prodotte dall'anidride carbonica il suo punto di forza. Bello il colore rubino, rafforzato nella lucentezza dalla presenza delle bollicine, anche se non immediatamente visibili. Intensi e puliti i profumi di frutti di bosco, rosa appassita, tamarindo e carrube, con una nota finale di cioccolato fondente. Molto persistente al gusto con una chiusura amarognola. Un prodotto davvero interessante e, probabilmente, non del tutto valorizzato nel nostro patrimonio enologico.
www.quacquarini.it
Pergola Rosso DOC Vernaculum 2006, Fattoria Villa Ligi, Pergola (PU)
Non ci ha convinto molto, invece, il terzo assaggio, che pure aveva destato motivi di interesse, sia in quanto poco diffuso e conosciuto, sia per gli interessanti profumi che ha ben diffuso appena versato nel bicchiere. Il vitigno, indicato in etichetta come clone di Aleatico, viene in realtà chiamato Vernaccia rossa di Pergola ed è legato esclusivamente alla produzione in questa zona fin dal periodo medievale. Il vino viene prodotto con utilizzo esclusivo di acciaio inox e cemento vetrificato e subisce, dopo la fermentazione malolattica, un breve periodo di affinamento, anche in bottiglia.
Di colore rosso rubino piuttosto vivace ed intenso, presenta profumi piuttosto intensi e fini di frutta rossa matura, confettura e melograno. L'analisi gustativa, però, si è rivelata piuttosto deludente, con la nota alcolica in evidenza ed un corpo piuttosto magro, tanto da poterlo valutare poco armonico nel complesso.
Sicuramente è da riprovare, magari in altre versioni. Sarebbe curioso provarne l'appassimento previsto dal disciplinare di produzione per estrarne un vino dolce.
www.villaligi.it
Pur senza procedere ad una degustazione, nel corso della serata è stata ricordata anche la Vernaccia di Cannara, vino Igt passito, prodotto con uve del vitigno Vernaccia, chiamata nel locale paese di Cannara (Pg ) anche Cornetta. L'uva viene raccolta e posta ad appassire su dei telai per almeno tre-quattro mesi e poi vinificata normalmente.
E, infine, una doppia degustazione di Vernaccia di Oristano. Un prodotto eccezionale che non può essere decantato ai Sardi da chi Sardo non è. Per questo mi limito a qualche nota sulle due bottiglie che abbiamo degustato, con rigoroso abbinamento di bottarga.
Vernaccia di Oristano DOC 1997, Azienda Vinicola Attilio Contini, Cabras (OR)
Da Vernaccia in purezza, coltivata in una delle migliori zone della Valle del Tirso, accompagnata da un clima mediterraneo semiarido, con una forte incidenza di scirocco e maestrale.
Rese bassissime per ettaro e l'invecchiamento in botti scolme di rovere e castagno per la formazione della flor consegnano ai bicchieri un nettare dal colore ambrato decisamente luminoso, con profumi intensi di fichi secchi, mandorle, datteri e la tipica nota ossidata.
L'analisi gustativa regala sensazioni molto piacevoli, che ben si sposano con l'intensità e la sapidità della bottarga di muggine.
Vernaccia di Oristano DOC Antico Gregori, Azienda Vinicola Attilio Contini, Cabras (OR)
Gregori è il nome del terreno tipicamente magro e sabbioso della Valle del Tirso. Questa bottiglia raccoglie la migliore produzione dell'Azienda in tutto il suo sviluppo storico, in quanto si tratta di una cuvèe delle migliori annate e viene prodotta secondo il metodo Solera, da una base originaria dei primissi decenni del '900. Un vino per il quale si possono usare con abbondanza aggettivi quali «ampio» ed «etereo» e che regala forti emozioni a chi si avvicina. Per questo mi piace chiudere con la degustazione proposta da Donato: seduti con calma in poltrona ne assaporiamo i profumi e poi posiamo il bicchiere, per poi riprenderlo e ripetere l'operazione. All'infinito. E Antico Greogri potrà seguirci. All'infinito.
http://web.tiscali.it/contini
Francesco Rovida
francescorovida@tele2.it