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Il made in Italy deve fare squadra. L'Italia si prepara al G8.

di Marino Fioramonti

11/03/2009

Il made in Italy deve fare squadra. L'Italia si prepara al G8. 

In vista del primo vertice dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi G8 sull’emergenza alimentare mondiale, in programma dal 18 al 20 aprile a Cison di Valmarino (Tv), l’agricoltura italiana si confronta e guarda in avanti. Obiettivo promuovere il made in Italy e l’aggregazione nel mondo agroalimentare, il quale deve fare squadra per conquistare sempre più mercati nazionali e internazionali. A dirlo è il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia (nella foto) intervenuto a “Glocal Food e sicurezza alimentare”, convegno organizzato con Fiera Milano International.

«L’Atlante dell’agroalimentare italiano conta più di 4.500 prodotti tipici, il nostro compito è quello di fare in modo che queste straordinarie produzioni conquistino sempre più mercati nazionali e internazionali. Faccio un esempio: il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano – ha detto Zaia. Si tratta di prodotti diversi, che la stragrande maggioranza dei consumatori non sa distinguere fra loro e che, insieme, hanno attraversato un momento di difficoltà. Invece di alimentare una guerra tra poveri, abbiamo deciso di mettere a disposizione 10 milioni di euro per fare sistema e promuovere, insieme, due prodotti simbolo del made in Italy di qualità».
All’incontro hanno partecipato anche Walter Brunello, presidente di Buonaitalia, la società di promozione del ministero, il giornalista enogastronomo Paolo Massobrio, fautore della dieta mediterranea, e la signora Lidia Bastianich, celebre ristoratrice italiana del Nord America e una delle migliori ambasciatrici della cucina italiana di qualità. Ha moderato il dibattito il direttore di Telelombardia Sergio Luciano.

Il ministro Luca Zaia (nella foto)  ha ricordato che Milano con l’Expo 2015 consacrerà l’alimentazione come l’evento mondiale del settore.
In occasione del vertice dei capi di governo del G8 di Tokyo nel luglio 2008 è stata approvata una dichiarazione sulla sicurezza alimentare mondiale, che prendeva atto del grave problema della crescita dei prezzi delle derrate alimentari causata da diversi fattori combinati (aumento della domanda dei grandi Paesi emergenti, aumento dei prezzi delle materie prime, speculazione sui mercati, inadeguatezza delle filiere produttive).
Da allora ad oggi le condizioni dei mercati agricoli mondiali sono mutate: la recessione internazionale e la connessa diminuzione del costo dell’energia hanno arrestato la spirale dei prezzi dei prodotti agricoli, ma il grave problema strutturale permane e dovrà essere affrontato dall’attuale presidenza di turno italiana.

Falso made in Italy
Tra i temi in discussione ignorare il falso made in Italy che viene perpetrato in tutto il mondo, Usa in testa. E il ministro Zaia non ha mancato di rilevare che i prodotti maggiormente soggetti a contraffazione risultano, da una indagine campionaria sul mercato di New York, sughi per pasta (63%), paste fresche (58%), paste alimentari (34%), formaggi (30%), affettati (23%), pomodori in scatola (6%).
«Tutto ciò deve finire perché quando si difende un prodotto tipico, si difende un territorio - ha dichiarato con forza Zaia, confortato anche dal fatto che abbiamo 45.000 prodotti tipici tra Dop, Doc e Igt, 309mila aziende zootecniche, circa 120mila aziende agricole con attività multifunzionali e che nelle feste natalizie si è consumato il 25% in meno di frutta estera a vantaggio della nostra.

 

Marino Fioramonti

Articolo pubblicato in accordo con il giornale Italia a Tavola www.italiaatavola.net