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Tra la cantina e i vigneti in collina

02/04/2009

Apre a Santa Margherita il resort dedicato al vino e alla musica classica dei Feudi della Medusa.

Tra la cantina e i vigneti in collina la suite di lusso e una champagnerie

Tra i monti di granito rosa, circondato da lecci, sugheri e macchia mediterranea, il castello dei Feudi della Medusa guarda il golfo dell'antica Nora. E dietro il fascino di una terra antichissima, la musica classica e il mito, tredici anni fa ha iniziato a prendere forma un progetto ambizioso che vedrà la completa realizzazione tra un mese o poco più. Era  il 1996 quando Francesco Siclari, mezzo siciliano mezzo francese, e sua moglie Heide, nata in Germania, approdarono nella costa sud occidentale della Sardegna e decisero di unire passione e business. Rilevarono e reimpiantarono vecchi vigneti, scegliendo quelli autoctoni «eccezionali», come il Cagnulari e il Carignano a piede franco, che insieme a specie internazionali di altissima qualità (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Chardonnay) cominciarono a dar vita a una produzione di vini eleganti. Oggi ci sono cinquanta ettari coltivati e una cantina che ha il suo fiore all'occhiello in un'imponente "barricaia" con un tempietto al centro. Duecentocinquantamila bottiglie l'anno, create con la consulenza di Pascal Chatonnet e dalla giovane enologa interna Maura Mura e, parallelamente, la creazione di antiossidanti - ricavati dall'uva - per l'industria farmaceutica e della cosmesi.
Ora, la fase finale: una struttura per accogliere gli ospiti. Dodici suite di lusso, due piscine, una sala ristorante, una per le conferenze e la "champagnerie".
«Dedicato agli amanti del buon bere e del bel vivere», sottolinea il proprietario. «Il nostro obiettivo è quello di fare da supporto alle strutture turistiche della zona. Chi sta negli hotel e nei resort sul mare può venire da noi a degustare un bicchiere, ad ascoltare concerti, a visitare un piccolo museo dell'enologia». Parola d'ordine: eccellenza.
«Questo è un territorio baciato dagli dei», prosegue Siclari, «sarebbe bello se i produttori della Sardegna facessero sistema e immettessero qualcosa di nuovo e di meraviglioso sul mercato». Spiega Siclari che l'isola ha alcuni «autoctoni superlativi - il Cagnulari e il Carignano - altri due ottimi - Nasco e Malvasia di Bosa - e due buoni - Cannonau e Vermentino. Il potenziale è straordinario.  se si vuole salvare questo patrimonio bisogna puntare in alto». Insomma, va bene la produzione pop e in quantità a basso prezzo, ma non è così che si conquista una reputazione nel mondo e si combatte la concorrenza.
Servono vini degni di stare nell'olimpo, di conquistare la fascia più elevata dei consumatori nazionali e internazionali.
Feudi della Medusa anche quest'anno ha il suo stand al Vinitaly, e si propone naturalmente come azienda sarda. «Dalle vigne di Usini provengono le uve del raro vitigno Cagnulari,
dal quale facciamo il Crisaore. Dai vigneti di Sorso provengono le uve del Cannonau di Sardegna, da Porto Pino e Calasetta il Carignano che dà vita al nostro Arrubias». Cinque rossi e due bianchi per tre distinte collezioni: i mitologici Gerione, Norace e Alba Nora; le antiche rare vigne, con Arrubias e Crisaore;  i classici, Cannonau e Albithia.
Filo conduttore il richiamo all'antichità: la Medusa, regina dei libici descritta dallo storico greco Diodoro Siculo come una potente regina e madre del cavallo Pegasus e del divino
Crisaore. Dalla sua stirpe discendono Scilla e Cariddi, il nipote Geriore e il nipote di quest'ultimo, Norace, fondatore della città di Nora. Dalla mitologia alla musica classica, amore
della signora Heide. Che sponsorizza il Teatro lirico di Cagliari e l'orchestra Mozart dell'Accademia filarmonica di Bologna, diretta dal maestro Claudio Abbado.

Cristina Cossu

Tratto da Il Sardegna del 2 Aprile 2009