Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
06/04/2007
Una strada in salita a tornanti conduce a Longobardi, piccolo paese del medio Tirreno cosentino, situato su uno sperone roccioso, con bella vista verso il mare. Al tempo dei nostri nonni si proponeva una cucina povera con piatti semplici della tradizione contadina. Erano ricette per il “recupero”. Nei campi erano soliti portare “’u mursillu ara taglia”, ovvero la colazione da consumare verso le 10 del mattino. In una cesta le mogli sistemavano il pane, solitamente di grano duro o miglio, il vino e la frittata di corchie (bucce) di fave. Si chiamava “mursillu” perché il pasto veniva preso a piccoli morsi e tutti mangiavano nello stesso piatto. I contadini lavoravano “da sole a sole”: il mattino andavano presto nei campi e lasciavano quando il sole tramontava, dopo che però verso le 15 avevano fatto un altro spuntino. La frittata di “corchie ‘e fave” si consuma ancora oggi e nei nonni, di sicuro, farà rivivere il sapore di un tempo. Frittata ‘e corchie de fave • 500 g di bucce di fave tenere • menta a foglie • uno spicchio di aglio • farina q.b. • sale • olio extravergine di oliva • un pizzico di peperoncino piccante (a piacere) Pulire le bucce, precedentemente lavate, togliendo i fili esterni e metterle insieme ai baccelli teneri in una pentola con acqua salata. Sbollentarle per circa 10minuti, scolarle eliminando l’acqua in eccesso e poi lasciarle raffreddare. Metterle poi in una terrina con della farina (che farà da legante) ed infarinarle, aggiungere le foglie di menta, il peperoncino a pezzetti e mescolarle con le mani. Intanto mettere sul fuoco una padella antiaderente con olio extravergine di oliva e lo spicchio d’aglio schiacciato con le mani. Appena imbiondito togliere l’aglio e versare le bucce che verranno mescolate con una paletta di legno affinché possano cuocere in modo uniforme. Sistemate a mò di frittata, si lasciano cuocere a fuoco lentissimo per circa 15minuti, senza mescolare. Dopodiché si prende un piatto e si gira la frittata che si lascia poi cuocere per altri 15 minuti circa. Quando presenta un bel colore dorato è pronta da portare in tavola sia come antipasto che come secondo. La frittata con le bucce delle fave si accompagna con un Cirò rosato. Ottimo il vino della cantina Librandi Antonio e Nicodemo (tel. 096231518) di Cirò Marina. Giovanna Martire